le ricorrenti evidenziavano preliminarmente che il modulo di domanda on line predisposto dall'INPS obbligava le cittadine extracomunitarie a dichiarare il possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo di cui all'art. 9 del D. Lgs 286/1998 oppure di una delle carte di soggiorno per familiari di cittadini UE previste dagli artt. 10 e 17 del D. Lgs 30/2007, che loro non possedevano, sicchè si erano trovate nell'impossibilità di utilizzarlo (se non dichiarando il falso) ed avevano dovuto necessariamente far ricorso a metodi di inoltro tradizionali (via pec); nel merito le ricorrenti lamentavano che l'INPS, con la circolare n. 39 del 27-2-2017, aveva limitato il riconoscimento del premio alla nascita “alle donne gestanti o alle madri che siano in possesso dei requisiti attualmente presi in considerazione per l'assegno di natalità di cui alla l. di stabilità n. 190/2014”, diversamente da quanto previsto dalla fonte primaria che non aveva indicato alcun limite né di reddito, né di cittadinanza, né di titolo (o durata) del soggiorno in Italia; ciò premesso le stesse sostenevano l'illegittimità della suddetta circolare, lamentavano il carattere discriminatorio del comportamento dell'INPS e chiedevano la condanna dello stesso a rimuovere gli effetti riconoscendo in loro favore il premio alla nascita, nella misura di 800,00 ciascuna.

L'INPS si costituiva tempestivamente eccependo preliminarmente l'inammissibilità del ricorso e chiedendone il rigetto nel merito.

Trattandosi di causa in diritto, istruita documentalmente, il giudice, dopo il deposito di note scritte autorizzate delle ricorrenti

OSSERVA

Va preliminarmente affermata l'ammissibilità del ricorso ex artt. 28 D. Lgs 150/2011 e 44 D. Lgs 286/98 anche nei confronti dell'INPS ed anche se l'INPS avesse agito in attuazione...