Con ricorso depositato in data 07.10.2016, il Comune di L'Aquila ha proposto appello avverso la sentenza indicata in epigrafe, con la quale è stato accolto il ricorso presentato dall'(omissis...) già Presidente del Consiglio Comunale di L'Aquila, teso ad ottenere il riconoscimento del proprio diritto ad ottenere il versamento, da parte del Comune, degli oneri previdenziali, assistenziali ed assicurativi previsti dall'art.86, comma 2, del D.Lgs. 267/2000 (T.U.E.L.), e la condanna dell'Ente a versare alla Cassa Forense la cifra forfettaria prevista dalla suddetta disposizione a far data dal 01.01.2015 e fino alla cessazione dell'incarico pubblico.

A fondamento dell'appello, il Comune di L'Aquila ha censurato l'interpretazione dell'art. 86 del D.Lgs. n.267/2000 fornita dal giudice di primo grado, laddove ha ritenuto sussistente l'obbligo dell'Ente di versare la contribuzione minima in favore dell'(omissis...), già Presidente del Consiglio Comunale, a prescindere dalla intervenuta sospensione, da parte di quest'ultimo, della propria attività professionale di avvocato per la durata della carica. Ha a tal fine richiamato precedenti decisioni della magistratura contabile, in cui era stato affermato il principio secondo cui l'art.86 del D.Lgs. n.267/2000 ha subordinato l'obbligo del pagamento della contribuzione da parte dell'ente territoriale per il tempo dell'espletamento dell'incarico pubblico alla condizione (comune sia ai lavoratori subordinati, che a quelli autonomi) che vi sia stata la sospensione dell'attività lavorativa al fine di dedicarsi completamente all'incarico pubblico, a nulla rilevando la circostanza che i lavoratori autonomi non potevano fruire di un istituto analogo a quello dell'" aspettativa non retribuita", prevista solo per i lavoratori subordinati. Secondo il Comune appellante, pertanto, anche per i lavoratori autonomi l'obbligo per l'amministrazione di versare la...