Con la pronuncia in commento la quarta sezione penale della Corte di cassazione torna ad occuparsi della responsabilità del committente per un infortunio occorso ad un prestatore di lavoro – irregolare – operante al servizio di un'impresa impegnata nell'effettuazione di lavori edili in un capannone industriale.

In particolare, mentre si stavano realizzando lavori di copertura del summenzionato capannone nell'interesse dell'ente proprietario dell'immobile, il lavoratore precipitava attraverso il lucernaio e cadeva rovinosamente a terra in assenza di qualsivoglia dispositivo di protezione individuale e/o collettiva, riportando gravi lesioni. Peculiare il fatto che si trovasse sulla copertura durante la pausa pranzo, intento a cercare il proprio dispositivo di telefonia mobile.

Ripercorrendo il fatto e le censure proposte dai ricorrenti, la Corte di cassazione ha avuto modo di delineare nuovamente i confini della responsabilità del committente, nonché di definire ancora una volta, sulla base di un consolidato orientamento, l'ambito di operatività dell'aggravante della violazione della normativa in materia antinfortunistica.

Al committente, amministratore unico della società appaltante i lavori di rifacimento della copertura, era contestato di aver – in concorso con il titolare della ditta esecutrice dei lavori e con il responsabile dei lavori – cagionato con colpa lesioni personali al soggetto irregolarmente impiegato. L'elemento soggettivo della colpa era rinvenuto nella negligenza, imprudenza, imperizia, nonché nell'inosservanza della disciplina antinfortunistica, non avendo i garanti adottato le misure in quel contesto necessarie a tutelare l'integrità fisica dei lavoratori. In particolare si contestava la violazione degli artt. 93, comma 2, e 90, comma 9, d.lg. n. 81 del 2008 per aver omesso di verificare – rispettivamente – se i Coordinatori in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori avessero o meno adempiuto...