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Titolo:
Il bilanciamento tra l’identità religiosa del lavoratore e le ragioni di neutralità dell’impresa
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  • Sommario

  • Il caso

    La domanda di pronuncia pregiudiziale, vertente sull’interpretazione dell’art. 2, par. 2, lett. a), della Direttiva 2000/78/CE del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, è stata presentata nell’ambito di una controversia tra una dipendente di fede musulmana ed una società con sede in Belgio, in merito al divieto imposto dalla normativa aziendale ai propri dipendenti di indossare sul luogo di lavoro segni visibili delle loro convinzioni politiche, filosofiche o religiose e di compiere qualsiasi rituale che derivi da tali convinzioni.

    Nel 2006 la ricorrente, receptionist con contratto a tempo indeterminato presso una società privata con mansioni di ricevimento e accoglienza ai clienti, comunicava al datore di lavoro l’intenzione di voler indossare il velo islamico durante l’orario di lavoro.La direzione della società rispondeva alla lavoratrice cheun tale comportamento non sarebbe stato tollerato poiché contrario alla neutralità cui si atteneva l’impresa già dal 2003, sebbene in virtù di regole non scritte. Nel maggio del 2006 il comitato aziendale approvava una modifica del regolamento interno, entrata in vigore nel giugno dello stesso anno, in forza della quale veniva vietato per iscritto ai dipendenti di indossare sul luogo di lavoro segni visibili delle loro convinzioni politiche, filosofiche o religiose e/o di manifestare qualsiasi rituale connesso. A causa della perdurante volontà della lavoratrice di indossare il velo islamico sul luogo di lavoro, la medesima veniva licenziata ricevendo il pagamento di un’indennità pari a tre mensilità di stipendio...

 

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