1. L'odierno appellante, No. Ra., ha impugnato avanti al T.A.R. per la Lombardia, sezione staccata di Brescia, il decreto prot. Cat.A12/2015/Immig/II Sez/ft/13BS045628, emesso il 3 aprile 2015 dalla Questura di Brescia, che ha respinto la sua domanda di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato.

1.1. Lo stesso, nel dedurre di avere subìto, nel 2011, un grave infortunio sul lavoro, con conseguente difficoltà di deambulazione, e di avere perciò presentato, da un lato, la domanda per il riconoscimento dell'invalidità civile e, dall'altro, di avere promosso un'azione risarcitoria contro il datore di lavoro, ha chiesto al giudice di prime cure di annullare detto provvedimento, che non avrebbe tenuto conto della sua peculiare situazione reddituale, determinatasi per effetto dell'infortunio e, comunque, sostenuta dall'aiuto di un parente, che ospitava il ricorrente in casa sua.

1.2. Il T.A.R. per la Lombardia, sezione staccata di Brescia, con l'ordinanza n. 1988 del 28 ottobre 2015, ha accolto la domanda cautelare del ricorrente, sul rilievo che lo stesso fosse in attesa del riconoscimento dell'invalidità e dell'esito della causa per il risarcimento dei danni proposta contro il datore di lavoro, e ha disposto il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione della durata di un anno.

1.3. Detto permesso temporaneo, in esecuzione dell'ordinanza cautelare, è stato rilasciato dalla Questura di Brescia un anno dopo, nell'agosto del 2016.

1.4. Nelle more del giudizio di primo grado e, più precisamente, nel settembre del 2016 l'odierno appellante ha comunque rinvenuto una nuova occupazione lavorativa

1.5. Infine, con la sentenza n. 1716 del 12 dicembre 2016, il T.A.R. per la Lombardia, sezione staccata di Brescia, dopo aver rilevato che il ricorrente non aveva dimostrato, nel corso del giudizio, la positiva conclusione dei due procedimenti dai quali...