In fatto e in diritto

Con ricorso depositato in data come in atti la parte ricorrente in epigrafe indicata esponeva di avere prestato attività lavorativa per l'ente convenuto per gli anni nel medesimo atto indicati ; che, sebbene il rapporto fosse stato formalizzato in svariati contratti a progetto, in realtà il rapporto lavorativo si era svolto senza soluzione di continuità e con vincolo di subordinazione; che nel 2012, scaduto l'ultimo rapporto a progetto, era stato sottoscritto dalle parti un verbale di conciliazione nel quale la parte ricorrente, previa rinuncia a rivendicazioni pregresse, senza essere ben consapevole degli effetti dell'accordo, sottoscriveva contratto di lavoro a tempo determinato successivamente prorogato fino al 2015; che tale accordo conciliativo doveva ritenersi invalido; che il contratto a termine e la sua proroga dovevano ritenersi nulle per carenza delle esigenze temporanee e per violazione dei limiti percentuali. Concludeva chiedendo dichiararsi la nullità della clausola appositiva del termine e la natura subordinata del rapporto di lavoro anche laddove formalizzato quale contratto a progetto, con le conseguenti domande di “conversione“ e risarcitorie come formulate in ricorso

Si costituiva l'ente convenuto che spiegava ampie difese volte al rigetto del ricorso.

Veniva espletata istruttoria orale.

All'udienza odierna la causa veniva decisa con la presente sentenza.

Il ricorso non può trovare accoglimento.

Oggetto dello stesso è, per un verso la natura subordinata di fatto dell'intero rapporto lavorativo con l'ente convenuto, nonostante la sua formalizzazione in contratti di lavoro a progetto prima e di lavoro a termine dopo e per altro verso, in via subordinata, la “conversione” dal contratto a termine stipulato nel 2012 con gli effetti...