I. Con sentenza del 28.01.2016, il Tribunale del Lavoro di Foggia accoglieva il ricorso proposto dall'odierna parte appellata e, per l'effetto, dichiarava il diritto della stessa al risarcimento del danno

morale subito a causa del perdurante inadempimento dell'Inps alla sentenza passata in giudicato di avvenuto riconoscimento della prestazione pensionistica richiesta.

Con ricorso del 21.07.2016 interponeva appello l'INPS per chiedere, in riforma della sentenza impugnata, il rigetto della domanda attorea.

Resisteva la parte privata.

All'odierna udienza la causa era discussa e decisa come da dispositivo.

II. Vanno riepilogati brevemente i fatti di causa.

Con il ricorso proposto dinanzi al Tribunale di Foggia, in funzione del Giudice del Lavoro, la parte ricorrente lamentava che l'operato dell'Inps di perdurante inadempimento della condanna alla riliquidazione di trattamenti pensionistici emessa in suo favore con la sentenza del 18.05.2004 del Giudice del lavoro presso l'ex Tribunale di Lucera avrebbe violato varie norme e principi di derivazione costituzionale, e cioè l'esatta determinazione e conseguente corretta erogazione del trattamento pensionistico, le regola di correttezza e diligenza ed il principio di solidarietà.

A sostegno della pretesa sosteneva, in fatto: che aveva ritualmente notificato i titoli giudiziari; che era ampiamento decorso lo spatium deliberandi di cui all'art.14, co. 1, d.l. n.669/1996 conv. in l. n. 30 /1997 e succ. modd.; che stante il perdurante inadempimento al giudicato da parte dell'Ente, era stata costretta ad attivare le procedure esecutive mediante le quali riusciva, visto il carattere di prestazione di durata della pensione, a recuperare forzosamente e coattivamente le differenze dei...