Con reclamo ex art. 1, comma 58, della legge 92/2012, (omissis) ha impugnato la sentenza indicata in epigrafe, a mezzo della quale è stata respinta la sua opposizione avverso l'ordinanza emessa ex art. 1, comma 49, della legge 92/2012 dal Tribunale di Pescara in data 02/08/2016, con cui era stata disattesa la sua domanda tesa alla declaratoria di illegittimità del licenziamento disciplinare intimato dalla (omissis) S.p.A. in data 11 Dicembre 2014 per giusta causa, “ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 7 della legge 300/1970 e degli artt. 77 e 79 del CCNL Lavanderie Industriali” (a seguito di lettera di addebito in data 02.12.2014, con cui era stato contestato l'abbandono anticipato del posto di lavoro verificatosi in data 15.11.2014, con la recidiva in riferimento ad altre infrazioni contestate in data 06.11.2014 e 19.11.2014, per analoghi comportamenti tenuti in data 01.11.2014, 12.11.2014, 13.11.2014 e 14.11.2014, rispettivamente sanzionati con provvedimenti sospensivi irrogati in data 24.11.2014 e 26.11.2014).

Con una nutrita serie di motivi di gravame, la reclamante ha censurato la sentenza impugnata denunciando la sussistenza di una condotta datoriale discriminatoria in suo danno, correlata alla sua condizione di lavoratrice madre di tre figli in tenera età. Ciò in quanto la lavoratrice, assunta nel settembre 2007 con qualifica di “Addetta al Guardaroba con mansioni di referente per il cliente” presso l'O.C. di L'Aquila e trasferita poi al P.O. di Chieti dal 15.03.2008 con le medesime mansioni, era stata successivamente trasferita in data 15.04.2011 al Guardaroba del P.O. di Pescara ove, a far data dal 01.02.2013, era stata destinata alle mansioni di Addetta al Servizio Rifacimento Letti, con successiva correlata variazione dell'orario di...