La sig.ra Ca. espone quanto segue:

È proprietaria dell'unità immobiliare sita al primo piano di uno stabile ubicato nel Comune di Carosino;

In data 28.5.2012 ha presentato una s.c.i.a per la realizzazione di alcuni interventi edilizi riguardanti il ripristino e la sostituzione di parte dei solai, il rifacimento della impermeabilizzazione e della pavimentazione;

In data 25.6.2015 ha presentato s.c.i.a. in variante la quale è stata poi sospesa in data 2.9.20015 per alcune mancanze formali, ma poi integrata in date 21.9.2015 e 2.10.2015;

Con le ordinanze epigrafe il Comune, a cagione della ritenuta difformità degli interventi realizzati con la s.c.i.a n. 4417/2012, ha prima sospeso i lavori e poi ordinato la demolizione delle opere ritenute difformi.

Avverso tali atti è insorta la ricorrente con il ricorso all'esame deducendo le seguenti censure:

- Violazione e/o falsa applicazione degli artt. 3,6,7,10,22,31,32,33,34,37 DPR 380/2001 - violazione e/o falsa applicazione degli artt. 3,7,10bis,19 e 21 nonies L. 241/1990 - violazione del giusto procedimento di legge- violazione dei principi di economicità, efficacia e proporzionalità dell'agere amministrativo -violazione e/o falsa applicazione dell'art. 97 Cost. - eccesso di potere sotto diversi profili - difetto di motivazione - illogicità manifesta - erroneità dei presupposti - travisamento dei fatti - sviamento del potere pubblico - ingiustizia manifesta - illogicità della motivazione -carenza di istruttoria.

Con motivi aggiunti notificati in data 28.9.2016 i ricorrenti hanno poi esteso l'originaria impugnazione avverso i medesimi atti impugnati sostenendo: l'illegittimità dell'ordinanza impugnata in quanto pendente l'istanza di sanatoria presentata con s.c.i.a. del 25.6.2015, la contraddittorietà dell'agere amministrativo in quanto con ordinanza 23.8.2016 n. 7 l'A.C. ha ordinato di effettuare lavori in...