Con ricorso depositato il 17.10.2014, Sm. Ro. ha chiesto la pronuncia della separazione dal coniuge An. Am., con il quale ha contratto matrimonio in Napoli il -omissis-, per il venir meno dell'affectio coniugalis a causa di comportamenti del marito asseritamente violenti ed irriguardosi, esponendo che dall'unione sono nati i figli An. in data -omissis- e Cl. in data -omissis-. La ricorrente ha esposto di aver seguito il marito, ingegnere, in numerose sedi, lontane delle zone di origine, e di aver abbandonato per questo gli studi universitari dedicandosi all'accudimento dei figli, conseguendo comunque il tesserino da pubblicista; che nel corso della vita coniugale frequenti sarebbero stati i diverbi, anche accesi con il marito che avrebbe avuto atteggiamenti aggressivi e svalutanti della moglie, strattonandola , minacciandola e insultandola anche alla presenza di suoi familiari. La famiglia trasferitasi a Roma avrebbe acquistato la casa familiare ma le condotte aggressive e svalutanti del marito non sarebbero cessate, culminando in litigi coinvolgenti anche il figlio An. al quale il padre, nel corso di un litigio nel 2013, avrebbe distrutto il computer, accompagnando tale gesto con percosse ed urla; il minore avrebbe manifestato difficoltà e sofferenze, tanto da indurre i genitori a rivolgersi a psicologa dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma che diagnosticava un disturbo dell'adattamento con ansia, e scarsa autostima. La ricorrente si sarebbe rivolta a centro antistalking ma non avrebbe presentato denunce nei confronti del marito perché eccessivamente spaventata. All'esito di un ennesimo litigio con urla e minacce da parte del marito la ricorrente si sarebbe determinata a richiedere la separazione. Quanto alla situazione economico reddituale delle parti la Sm. ha esposto di essere priva di redditi, in quanto casalinga e di avere gravi difficoltà di salute congenite, con...