La questione rimessa alle Sezioni Unite e il contrasto giurisprudenziale. La Corte di Cassazione a Sezioni Unite è stata chiamata a verificare, in primo luogo, se la legittimazione collegiale all'interno delle r.s.u., all'indomani dell'accordo interconfederale del 20 dicembre 1993 che ha stabilito il subentro delle r.s.u. alle r.s.a., risulti incompatibile con il permanere della legittimazione anche singola a chiedere di indire l'assemblea ai sensi dell'art. 20 S.L.. In particolare, osservano gli Ermellini, la questione risiede non nella natura collegiale delle r.s.u. bensì nella verifica se, accanto alle competenze delle r.s.u. proprie di tale organismo, persistano prerogative proprie delle sue singole componenti, in quanto tali esercitabili anche singolarmente e non necessariamente congiuntamente. Nel tempo la Suprema Corte si è espressa in modi contrastanti. Inizialmente con la sentenza n. 2885/2002 è stata affermata la natura di organo collegiale delle r.s.u., chiamate a deliberare a maggioranza, negando con ciò che la sua singola componente possa esercitare autonomamente il potere di indire assemblea. Secondo altro orientamento, espresso dalla sentenza n. 1892/2005, l'autonomia collettiva può prevedere organismi di rappresentanza diversi rispetto alle r.s.a. e assegnare loro prerogative sindacali non necessariamente identiche. E' poi intervenuta la sentenza n. 21909/2009 secondo la quale l'accordo interconfederale del 20 dicembre1993 prevede il subentro dei singoli componenti della r.s.u. nei diritti e nelle prerogative che lo Statuto dei Lavoratori riconosce non alle r.s.a ma ai loro dirigenti come singole persone, escluso quindi il diritto di indire assemblee. Infine, l'orientamento espresso dalla sentenza n. 15437/2014 attribuisce il diritto di indire assemblee non solo alla r.s.u. considerata collegialmente ma anche a ciascun suo componente purché eletto nelle liste di un sindacato che,...